Il nastro isolante autoagglomerante come si usa?

Non è raro trovarsi con un cavo elettrico leggermente danneggiato, ovvero con la guaina esterna strappata, al punto magari da svelare i fili interni. Incidenti di questo genere possono capitare per le più diverse motivazioni.

Pensiamo per esempio a una prolunga srotolata lungo un appartamento, con una porta che per colpa del giro d'aria d'improvviso si chiude sbattendo, “morsicando” il cavo elettrico.

O ancora, può succedere molto spesso in cantiere di tirare un cavo da una parte all'altra, finendo magari per impigliarsi in un tondino di ferro da cemento armato, o ancora, in uno spigolo vivo.

E se è vero che danneggiare la guaina di un cavo è tutt'altro che difficile, è anche vero che questi danni non vanno sottovalutati.

Potrebbero infatti compromettere non solo l'efficienza e la funzionalità del cavo stesso, ma anche la sicurezza di chi si trova a lavorare con esso o intorno a esso, soprattutto in caso di umidità. Alcune volte il danno è lieve, tale da non portare allo scoperto i cavi.

Altre volte è più marcato, senza però andare a intaccare i nuclei dei cavi. Altre volte invece ci si trova ad avere a che fare con vere e proprie forature oppure con dei tagli profondi che interessano anche i nuclei dei cavi: in quest'ultimo caso sarà bene o sostituire il cavo, oppure effettuare una nuova giunzione.

Per sistemare un cavo danneggiato esternamente, in ogni caso, gli strumenti maggiormente utilizzati sono due: da una parte il comune nastro isolante da elettricista, dall'altra parte il nastro isolante autoagglomerante. Di che cosa si tratta?

Cosa è il nastro isolante autoagglomerante? 

Il nastro isolante autoagglomerante, anche detto nastro vulcanizzante, è un tipo specifico e del tutto particolare di nastro isolante, per un uso più specialistico. Parliamo infatti di un nastro isolante dall'adesività decisamente ridimensionata, che si presenta a una prima occhiata come un nastro biadesivo.

Proprio così: il nastro isolante agglomerante presenta un liner, un pellicola protettiva che deve essere tolta prima dell'utilizzo.

Per le sue proprietà, il nastro isolante vulcanizzante viene utilizzato per le riparazioni più delicate di cavi elettrici, per esempio per riparazioni che devono durare moltissimo tempo, o per dei cavi che possono essere esposti alle intemperie o all'umidità, e che necessitano dunque di qualcosa più resistente del normale nastro isolante da elettricista.

Ma quali sono nello specifico le differenze tra nastro isolante e nastro adesivo autoagglomerante?

Differenza tra nastro vulcanizzante da elettricista e nastro isolante

Da una parte come detto abbiamo il nastro isolante come lo conosciamo tutti. Si tratta di un rotolo di nastro adesivo senza pellicola, con una superficie adesiva e l'altra completamente liscia, non di rado colorata.

Il nastro isolante si chiama in questo modo perché è caratterizzato da una conducibilità estremamente bassa, tale da isolare per l'appunto un filo elettrico pur a fronte di uno spessore estremamente ridotto. 

Dall'altra parte abbiamo il nastro isolante autoagglomerante, il quale può essere visto come un particolare e più forte tipo di nastro isolante.

Rispetto al tipo classico presenta una maggiore durata nel tempo: se infatti il comune nastro isolante fa affidamento su una colla che, negli anni, può perdere adesività, il nastro autoagglomerante fa presa sul cavo anche grazie alla sua particolare applicazione, che non fa affidamento tanto sulla colla, quanto invece sull'elasticità, che porta il nastro a diventare un tutt'uno con la superficie esterna del cavo.

Vediamo quindi come usare in modo efficace e corretto il nastro autoagglomerante!

Come usare il nastro autoagglomerante

L'utilizzo del nastro adesivo autoagglomerante è semplice e subito spiegato.

Immaginiamo quindi di avere davanti a noi un cavo elettrico danneggiato esternamente. Andremo a prendere il nostro nastro vulcanizzante e taglieremo un breve pezzo: trattandosi di un supporto molto elastico sarà sufficiente tagliarne circa 10 -12 centimetri per un danno inferiore ai 2 centimetri.

Fatto questo si potrà togliere il liner, ovvero la pellicola che protegge il nastro. Il secondo passaggio è quello di “riscaldare” il nastro, allungandolo leggermente.

A questo punto possiamo iniziare ad applicare la riparazione, facendo prima di tutto un giro su sé stesso a due centimetri dalla parte danneggiata del filo, per poi, con giri in parte sovrapposti, andare a coprire e a superare il danno.

L'importante, per utilizzare in modo efficace il nastro autoagglomerante, è mantenere per bene con la mano sinistra il nastro già applicato, continuando a tirare e ad allungare il nastro prima di ogni giro. Arrivati alla fine, e quindi all'esaurimento del nastro, si farà ancora una volta un doppio giro, così da bloccarlo.

Il trucco è fare un numero di giri sufficienti per garantire l'isolamento e la tenuta, ma non eccessivo, per non compromettere la flessibilità del cavo stesso.

La riparazione così effettuata durerà molto nel tempo, anche a fronte di umidità. 

Condividi