Qual'è la differenza di colla dei nastri in polipropilene rispetto in PVC?

Che differenza c'è fra nastro in Polipropilene e nastro in PVC? Quando è il momento di acquistare dei nastri adesivi da imballo, e soprattutto quando c'è la necessità di acquistare online grandi quantità di nastri per la chiusura di scatole e scatoloni, vale sicuramente la pena capire quali sono le differenze concrete tra i vari nastri disponibili.

Nel nostro e-commerce per la vendita di nastri adesivi personalizzati a uso professionale esistono tantissime tipologie di prodotti, dai nastri biadesivi industriali ai nastri ad alta resistenza, dai nastri isolanti fino ai nastri telati americani.

Pur restringendo lo sguardo ai soli nastri da imballo esistono tante tipologie diverse, a livello di materiali, di dimensioni, di resistenze e via dicendo. Distinguiamo i nastri adesivi per scatoloni principalmente in due gruppi: da una parte ci sono i nastri in polipropilene, ovvero i nastri adesivi in PPL, e dall'altra ci sono i nastri in PVC: ma quale differenza intercorre tra queste due tipologie?

E come è possibile scegliere i più adatti in base alle proprie esigenze? Per effettuare la giusta scelta d'acquisto – ed eventualmente per richiederne la personalizzazione con la stampa di loghi e di scritte – è necessario conoscere prima di tutto come verranno effettivamente utilizzati quei nastri.

Potrebbero essere usati su scatoloni leggeri o pesanti, su scatole che resteranno chiusi per poche settimane o per mesi (o anni), su scatoloni che verranno stoccati in luoghi secchi e dalle temperature medie o su imballaggi che saranno esposti a escursioni termiche e magari a umidità. Vediamo quindi qual è la differenza tra nastri in PPL e nastri in PVC, anche a livello di collante utilizzato. 

Nastri monoadesivi: meglio il polipropilene o il PVC?

Distinguiamo i nastri monoadesivi principalmente in base al supporto usato, in PVC, in PPL, in carta o in altri materiali. Va detto però che la tenuta e la resistenza dei nastri adesivi dipende anche e soprattutto dal tipo di sostanza collante utilizzata.

Ecco allora che torna utile sapere che i nastri adesivi sono composti – semplificando al massimo – da tre differenti strati di materiale. In alto, nella parte esterna del rotolo, troviamo il supporto, ovvero il “nastro” vero e proprio.

Questo può essere realizzato per l'appunto principalmente con del PVC, ovvero con del polivinilcloruro, oppure con del PPL, ovvero con del polipropilene: come vedremo tra poco, questi due materiali presentano caratteristiche, peculiarità e limiti diversi. Immediatamente di sotto allo strato di supporto troviamo un livello intermedio, che ha lo scopo di mantenere ancorato il nastro biadesivo industriale al sottostante.

Quest'ultimo può essere di diversa natura: si può infatti parlare di adesivo hot melt, di gomma naturale o di adesivo acrilico.

Qual è la differenza di colla dei nastri in polipropilene rispetto a quelli ad alta resistenza e in PVC?

I nastri adesivi sono stati messi a punto per la prima volta circa un secolo fa: i primi modelli di nastro biadesivo nel senso moderno del termine sono stati realizzati con del PVC, il quale come sappiamo è un materiale termoplastico estremamente versatile .

Tutto parte, di fatto, dalla lavorazione del cloruro di polivinile, ovvero da una polvere bianca di origine fossile. Se un tempo la totalità dei nastri adesivi era in PVC, nel corso degli anni sono subentrate altre opzioni, tanto che oggi sul mercato italiano solo una minima parte dei nastri adesivi è realizzata con questo materiale.

Certo, il PVC ha dei vantaggi, come per esempio il fatto di poter essere tagliato a mano; ma si tratta di un'opzione costosa e non particolarmente amica dell'ambiente. Il PVC, per esempio, non può essere bruciato, emettendo infatti diossina se esposto alle fiamme.

È diverso il caso del materiale che è andato via via rimpiazzando gran parte dei rotoli in PVC, ovvero il PPL, il quale può essere invece bruciato senza generare particolari emissioni inquinanti, pur essendo a sua volta un materiale plastico

La differenza a livello di adesivi

Grandi differenze esistono a livello di adesivi usati. Si parla di volta in volta di adesivi hot melt, di adesivi acrilici, di adesivi in gomma naturale e via dicendo.

Sono comuni per esempio i nastri adesivi da imballo in PPL con adesivo acrilico, i quali garantiscono una lunga tenuta del nastro biadesivo forte una volta applicato; ancora più potenti sono i nastri da imballo in PVC, tra i quali si individuano anche i nastri ad alta resistenza, ideali per la chiusura di scatoloni medi o pesanti.

La differenza è poi data, dal punto di vista della sostenibilità, anche dall'eventuale presenza di solventi nell'adesivo. Parlando di sostenibilità non è possibile trascurare la gomma naturale, la quale viene usata nel nostro caso anche su dei nastri monoadesivi in PVC, garantendo ottime performance (in ogni caso superiori a quelle degli adesivi hot melt). 

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